In questo articolo vi darò qualche suggerimento su cosa vedere a Lecce, descrivendo tutti i principali luoghi di interesse del suo centro storico.
Lecce è una di quelle città che ben si prestano a visite di diverso genere. Può rappresentare un’ottima base per una vacanza alla scoperta del Salento come anche la meta di un week-end fuori porta. Anche visitare Lecce in un giorno, comunque, può essere sufficiente ad apprezzarne la ricchezza artistica e le peculiarità architettoniche.
Io, ad esempio, mi sono recato nel capoluogo salentino come gita di un giorno partendo da Bari. Nonostante abbia trascorso in città solo una dozzina di ore, non ho dovuto sacrificare nessuno fra i luoghi di interesse più famosi della città.
Cosa Vedere a Lecce:
Cosa Vedere a Lecce: Mappa
Prima di proseguire, vi propongo una mappa della città, sulla quale ho indicato la posizione di tutte le principali cose da vedere a Lecce menzionate più avanti nell’articolo.
Il centro storico non è molto esteso e, considerando anche che si tratta di un’area chiusa al traffico, la soluzione migliore è quella di esplorarlo a piedi.
I maggiori punti di riferimento per visitare Lecce sono la sua piazza più importante, piazza Sant’Oronzo, ed il suo corso principale, via Vittorio Emanuele II, che parte proprio da essa.
Su via Vittorio Emanuele II, fra splendidi balconi barocchi sostenuti da figure enigmatiche, emergono alcuni dei luoghi di interesse più significativi di Lecce. Ad essi si affianca una miriade di bar, ristoranti e negozietti di souvenir, presso i quali potrete acquistare un caratteristico tamburello salentino o un manufatto in ceramica.
All’altezza del Duomo, il corso prosegue come via Giuseppe Libertini, che giunge fino a Porta Rudiae, ai margini del centro storico.
Il Barocco Leccese
La rilevanza turistica di Lecce è dovuta principalmente allo splendido stile barocco che impreziosisce ogni angolo del suo centro storico.
Non a caso, uno degli appellativi coi quali è conosciuta la città (condiviso a dire il vero con la siciliana Noto) è “la Capitale del Barocco“. Un altro è “la Firenze del Sud“, che forse non piacerà ai fiorentini, di certo non ai leccesi e (per quel che conta) nemmeno a me, ma che rende bene l’idea della ricchezza architettonica della città.
Potrete notare le vivaci decorazioni tipiche del barocco un po’ ovunque a Lecce: dalle maschere che sorvegliano i portali di antichi palazzi nobiliari alle facciate delle chiese, puntualmente ornate di putti e motivi floreali scolpiti nella pietra.
Proprio nell’architettura religiosa il barocco leccese raggiunge il suo massimo splendore. Alcune chiese cittadine, dalla Basilica di Santa Croce al Duomo, sono dei veri e propri capolavori che non hanno eguali in Italia e nel mondo.
Già, perché nella sua declinazione leccese, questo stile architettonico si differenzia profondamente da quello che si può apprezzare in altre città italiane (Roma, Catania…) ed europee. In buona parte, l’unicità del barocco di Lecce si deve al materiale utilizzato, la pietra calcarea locale, caratterizzata da una notevole malleabilità e da piacevoli tonalità calde.
Il barocco è esploso in città tra la fine del Cinquecento e la metà del Settecento, adattandosi ai gusti predominanti in questo periodo lungo tutta la penisola.
Tuttavia, la storia di Lecce è molto più antica e le tracce del suo millenario passato sono ancora perfettamente visibili. Fra le strade del centro storico vi imbatterete nei resti della città romana (Lupiae), come anche nelle testimonianze dei secoli medievali e del periodo rinascimentale.
Piazza Duomo di Lecce
Piazza del Duomo, come vi dicevo, sorge nel punto in cui via Vittorio Emanuele II incontra via Libertini (torna alla mappa).
Che si tratti di una piazza fuori dal comune vi sarà evidente ancor prima di mettere piede al suo interno. Fatta eccezione per lo stretto passaggio che la collega al corso principale della città, infatti, la piazza è chiusa su tutti i lati, quasi fosse un immenso cortile interno.
Un tempo, in corrispondenza dell’unico varco di accesso, era addirittura situato un cancello che al calar della sera veniva chiuso, precludendo l’ingresso in piazza.
Su piazza Duomo, si affacciano molte delle cose da vedere a Lecce: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, col suo campanile, l’Episcopio (residenza dell’arcivescovo) ed il Palazzo del Seminario.
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Giunti in piazza, sarete probabilmente attratti dalla splendida facciata barocca della Cattedrale, con le sue lesene e le sue colonne scanalate ad incorniciare il portale.
Quella che vi ritroverete di fronte, in realtà, è soltanto una falsa facciata, realizzata sul lato settentrionale della chiesa con lo scopo di allietare lo sguardo dei visitatori che giungono in piazza. Il portale qui collocato, difatti, dà accesso alla navata sinistra. Il prospetto frontale della cattedrale si trova invece sulla destra, ed appare decisamente più sobrio dal punto di vista decorativo.
Il Duomo di Santa Maria Assunta fu costruito fra il XII ed il XIII secolo, originariamente in stile romanico. La sua attuale estetica si deve all’architetto Giuseppe Zimbalo, uno dei protagonisti del barocco leccese. A lui, nella seconda metà del Seicento, fu affidato il compito di ristrutturare la chiesa secondo i canoni artistici più in voga del tempo.
Il luminoso interno è suddiviso in tre navate, separate da colonne ed archi a tutto sesto. Lungo le navate laterali si susseguono diverse cappelle con all’interno preziosi altari adornati da ricchi stucchi dorati.
Volgendo lo sguardo verso l’alto, scorgerete il peculiare controsoffitto in legno che caratterizza la chiesa, sul quale sono incastonate preziosissime tele. Fra di esse, spiccano quella che raffigura il martirio di Sant’Oronzo e quella che rappresenta l’ultima cena di Cristo.
L’ingresso alla cattedrale di Santa Maria Assunta, per i non residenti nella diocesi, è a pagamento. Il biglietto costa 5€ a tariffa intera e dà accesso anche al Seminario ed al Museo Diocesano (vedi sotto).
LeccEcclesiae, che gestisce la fruizione del patrimonio artistico cittadino, propone anche diversi biglietti cumulativi che comprendono molti degli edifici storici descritti più avanti nell’articolo. Il ticket completo, che dà accesso a tutti i siti di competenza della cooperativa (e che vi consiglio, se pensate di entrare in più di una chiesa) costa 9€ a tariffa piena, mentre quello per l’intera famiglia 19€.
Il Campanile
Alla sinistra della chiesa sorge il suo imponente campanile, che raggiunge addirittura i 70 metri di altezza ed è visibile da diversi punti della città.
La struttura che si erge oggi su piazza Duomo fu costruita a partire dalla fine del ‘600. Un più antico campanile, di origine normanna, era crollato a causa di un cedimento strutturale nei primi anni dello stesso secolo.
Si dice che dalla sommità del campanile sia possibile vedere – non solo l’Adriatico – ma addirittura, nelle giornate limpide, i primi rilievi albanesi. Attualmente, l’edificio non è purtroppo aperto al pubblico. Ho però letto da qualche parte che sarebbe in progetto la realizzazione di un ascensore al suo interno, che possa trasportare i visitatori fin quasi in cima.
Palazzo del Seminario
Sul suo lato occidentale, Piazza Duomo è chiusa dal Palazzo del Seminario, costruito fra il 1694 ed il 1709.
L’edificio fa a sua volta parte del circuito di LeccEcclesiae e, come vi dicevo, il biglietto di ingresso alla Cattedrale include anche la visita ai suoi ambienti interni. Al piano terra, proprio al centro dell’elegante chiostro, sorge il famoso pozzo della Vera Ovale. Risalente alla fine del XVII secolo, questo pozzo è caratterizzato da raffinatissime decorazioni, che gli conferiscono le sembianze di un cesto di frutta.
Dal chiostro, si accede anche ad una piccola cappella con rifiniture barocche, mentre il primo piano dell’edificio ospita il Museo d’Arte Sacra ed una biblioteca contenente volumi antichissimi, alcuni dei quali risalenti al Quattrocento.
Chiesa di Sant’Irene
A poche decine di metri da piazza Duomo sorge la chiesa di Sant’Irene dei Teatini, un’altra delle cose più interessanti che potrete vedere a Lecce.
Come la maggior parte degli edifici barocchi della città, fu costruita a cavallo fra la fine del XVI secolo ed i primi anni del XVII. A quel tempo, Santa Irene era ancora la patrona di Lecce: fu “spodestata” da Sant’Oronzo soltanto nel 1656.
La posizione della chiesa, alla convergenza fra corso Vittorio Emanuele II e via degli Antoglietta (torna alla mappa), contribuisce a renderla particolarmente scenografica. La struttura ricorda molto da vicino quella della Basilica di Sant’Andrea della Valle di Roma, alla quale è ispirata, ma le decorazioni mostrano in questo caso rifiniture ancora più dettagliate, in particolare sulla facciata.
Gli interni sono un vero e proprio trionfo del barocco, con ricchissimi stucchi e sinuose colonne ad incorniciare i vari altari che si susseguono per tutta la lunghezza della navata.
Basilica di Santa Croce
L’edificio nel quale il barocco leccese tocca il suo punto più alto è però un altro: la basilica di Santa Croce, situata circa 200 metri a nord di Piazza Sant’Oronzo (vedi sulla mappa).
La chiesa sorge su quello che era un tempo il quartiere ebraico di Lecce. Per la realizzazione della piazza furono infatti abbattute le case e le botteghe di proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. L’edificazione della basilica iniziò invece nel 1549 e, in più fasi, si protrasse fino al 1646.
Evidente è la differenza stilistica fra i due ordini della maestosa facciata. Nel primo, si può riscontrare ancora un più sobrio gusto rinascimentale, mentre quello superiore, ricoperto da dettagliatissime decorazioni, vede il barocco esplodere con tutta la sua veemenza.
La possente balaustra è sormontata da tredici putti e sorretta da altrettanti telamoni raffiguranti figure grottesche, che sembra vogliano simboleggiare la vittoria Cristiana nella battaglia di Lepanto del 1571.
Sopra di essi, l’occhio e catturato dal grandioso rosone di ispirazione romanica, incorniciato da due colonne corinzie e decorato con foglie d’alloro e bacche. Una curiosità riguarda il rosone: alla sua sinistra, nello spazio che lo separa dalla colonnina, si può notare un autoritratto di Antonio Zimbalo, uno degli architetti che lavorarono alla facciata, mimetizzato fra le decorazioni. Nelle due nicchie ai lati del rosone, trovano spazio le raffigurazioni di San Benedetto e di Papa Celestino V.
Non meno sontuoso è l’interno della basilica, che consta oggi di tre navate (in origine erano addirittura cinque) delimitate da possenti colonne di marmo. Le fastose cappelle laterali ospitano 14 altari barocchi riccamente adornati. Di particolare interesse sono quelli dedicati a San Francesco da Paola ed a Sant’Oronzo.
Anche in questo caso l’ingresso alla chiesa è a pagamento per i turisti. Il biglietto costa 5€ a tariffa intera, ma è anche presente un’interessante opzione che include sia la basilica di Santa Croce che il Duomo (€6,50), oltre al biglietto completo (€9) del quale vi ho parlato in precedenza e le promozioni per le famiglie.
Piazza Sant’Oronzo
Piazza Sant’Oronzo è considerata il cuore pulsante della città e si trova ad un estremo di via Vittorio Emanuele II (vedi mappa).
Su di essa si affacciano alcuni fra i luoghi più interessanti da vedere a Lecce, che documentano fra l’altro la lunghissima storia della città. Si va infatti dall’anfiteatro romano, costruito quasi 2000 anni fa, agli edifici chiaramente caratterizzati da un’architettura di stampo fascista, come la sede dell’Ina.
A testimoniare il fiorente periodo barocco è soprattutto la chiesa di Santa Maria della Grazia (in foto), mentre il palazzo del Seggio mostra un elegante stile rinascimentale.
Anfiteatro Romano di Lecce
Fino al termine dell’Ottocento, la parte meridionale di piazza Sant’Oronzo era occupata da un intero quartiere, composto perlopiù da botteghe e varie attività commerciali.
A seguito della scoperta dell’anfiteatro romano, sul finire dell’Ottocento, questo agglomerato fu completamente raso al suolo, in modo tale da riportare alla luce l’antichissimo complesso. L’anfiteatro fu costruito, sembra, fra il I ed il II secolo d.C. per volere di Augusto, sebbene la sua origine non sia ancora certa.
La porzione visibile da piazza Sant’Oronzo costituisce appena un terzo dell’intera opera. La parte restante si trova ancora al di sotto della piazza e degli edifici che si affacciano su di essa.
Ancora oggi, l’anfiteatro romano di Lecce assolve a quella che era la sua funzione originaria. Nel corso dell’anno, la sua arena è infatti sede di diversi eventi culturali, fra concerti musicali, teatro ed opera lirica.
Palazzo del Seggio e Chiesetta di San Marco
Lungo la circonferenza che definisce l’anfiteatro, sul suo versante settentrionale, si erge il palazzo del Seggio (o Sedile), del quale oggi rimane soltanto la Loggia.
L’edificio fu completamente ricostruito negli ultimi anni del XVI secolo ed ha ospitato fino alla metà dell’Ottocento il Municipio di Lecce. In seguito divenne sede di un museo civico ed ai giorni nostri vengono allestite al suo interno mostre artistiche ed esibizioni temporanee.
Il palazzo del Sedile è affiancato dalla minuscola chiesetta di San Marco, anch’essa realizzata in stile rinascimentale. Notate, sulla lunetta al di sopra del suo portale, la raffigurazione del Leone Alato, icona simbolo di Venezia.
Agli albori della storia moderna, infatti, fortissimi erano i rapporti che legavano Lecce alla Serenissima. In città viveva anche una consistente comunità veneziana, che proprio in corrispondenza della piazza possedeva un proprio quartiere.
Colonna di Sant’Oronzo
Il vero e proprio simbolo della piazza si trova in corrispondenza del suo centro geometrico, non distante dal Sedile. Mi riferisco alla Colonna di Sant’Oronzo, che sfiora i 30 metri di altezza.
La devastante ondata di peste che investì l’intero Regno di Napoli a metà del XVII secolo risparmiò la città di Lecce, ed i suoi abitanti attribuirono la propria salvezza all’intercessione del santo. Così, in segno di gratitudine, decisero di elevare Sant’Oronzo a patrono della città e di dedicargli questo imponente monumento.
Per la sua costruzione, furono utilizzati i resti di una colonna romana, che originariamente sanciva il termine della via Appia, a Brindisi. La statua in bronzo posta sulla sommità della colonna, alta oltre 4 metri, fu invece realizzata a Venezia.
Quella originale andò in realtà distrutta nel 1737 e fu sostituita due anni più tardi. In tempi recenti, in occasione di un profondo restauro, è stata presa la decisione di rimpiazzare la statua con una replica, così da preservarla dagli agenti atmosferici.
Castello Carlo V
Ad un isolato di distanza da piazza Sant’Oronzo, in direzione Est, sorge un altra delle principali cose da vedere a Lecce: il Castello Carlo V.
Questa austera fortezza difensiva porta il nome dell’imperatore asburgico che la fece ristrutturare fra il 1539 ed il 1549, benché la sua origine risalga all’alto medioevo. Gli interventi cinquecenteschi si resero necessari per adeguare l’edificio alle nuove esigenze difensive, a seguito dell’introduzione delle armi da fuoco.
Si procedette quindi alla costruzione di quattro imponenti bastioni, al rinforzamento delle mura esterne ed al riempimento del fossato che fino ad allora circondava la fortezza.
Il castello è oggi visitabile in alcuni dei suoi ambienti ed ospita spesso mostre temporanee, soprattutto di fotografia. In una sua ala è stato anche allestito il Museo della Cartapesta, incentrato su una delle lavorazioni tradizionali di Lecce.
Attraverso visite guidate è inoltre possibile percorrere gli antichi camminamenti di ronda del castello ed esplorare parte dei suoi sotterranei, recentemente recuperati. Per tutte le informazioni a riguardo, vi rimando al sito ufficiale della struttura.
Teatro Romano
Oltre all’anfiteatro di piazza Sant’Oronzo, Lecce ospita anche un più piccolo teatro romano, anch’esso fatto edificare da Augusto. Prima di diventare imperatore, egli aveva infatti trascorso un periodo nella città (allora nota come Lupiae) e volle dotarla di questi luoghi di svago in segno di gratitudine.
Il teatro romano di Lecce, come il suo fratello maggiore, cadde nell’oblio dopo il crollo dell’impero romano e rimase per secoli nascosto nel sottosuolo cittadino. Fu scoperto casualmente, in epoca fascista, ed in seguito riportato alla luce.
Contrariamente all’anfiteatro, il teatro romano non gode di una posizione privilegiata, all’interno del centro storico. Incastonato fra gli alti edifici che lo chiudono su tutti i lati, richiede anche qualche piccolo sforzo per essere scovato. Un piccolo gioiello, comunque, che vi consiglio di visitare assolutamente, quantomeno dall’esterno, durante la vostra permanenza a Lecce.
Il teatro romano è al momento accessibile soltanto attraverso alcune visite guidate, ma è possibile ammirarlo dal breve percorso che lo costeggia, attraverso le inferriate. Ci si arriva seguendo una stradina (via Arte della Cartapesta) che parte dalle immediate vicinanze della Chiesa di Santa Chiara (vedi mappa).
Il piccolo Museo del Teatro Romano, che sorge su via degli Ammirati, poco distante, ospita alcuni reperti rinvenuti in quest’area durante gli scavi di recupero. Per maggiori informazioni, consultate questa pagina sul sito del comune di Lecce.
Chiesa di Santa Chiara
Un’altra delle chiese da vedere assolutamente a Lecce è quella di Santa Chiara, che si affaccia sulla piccola piazza intitolata (come il corso principale) a Vittorio Emanuele II (torna alla mappa).
La caratteristica che balza subito all’occhio, osservando l’edificio, è l’assenza di un fastigio sommitale a sovrastare l’elegante facciata leggermente convessa. Una volta all’interno, potrete notare un’altra peculiarità della chiesa: il controsoffitto è realizzato in cartapesta, seguendo una delle tradizionali lavorazioni salentine.
Nelle sei cappelle disposte ai lati dell’unica navata, sono stati ricavati altrettanti altari, ognuno dedicato ad un santo o ad un particolare evento biblico. Vicino quello di San Francesco trova spazio il dipinto di maggior pregio della chiesa: quello che ritrae Sant’Agnese, opera di Francesco Solimena.
La chiesa di Santa Chiara fa parte del circuito di LeccEcclesiae ed è quindi compresa nel pacchetto cumulativo da 9€. In alternativa, potrete acquistare il biglietto singolo che dà accesso soltanto a questo sito al costo di 3€.
Chiesa di San Matteo
Lasciando la chiesa di Santa Chiara e proseguendo lungo via Federico d’Aragona, ci si imbatte dopo pochi metri presso un altro gioiello del barocco leccese (vedi sulla mappa).
La chiesa di San Matteo, costruita nella seconda metà del Seicento, mostra molti dei caratteri distintivi di questo stile: in particolare, cattura l’attenzione la sua singolare facciata, convessa nell’ordine inferiore e concava in quello superiore. Anche questa chiesa è di chiara ispirazione romana e si rifà a quella di San Carlo alle Quattro Fontane, nel cuore della capitale.
Ricchissimo si mostra anche l’interno composto da un’unica navata, che rivela una curiosa pianta ellittica. Dodici statue raffiguranti gli apostoli si frappongono tra le cappelle laterali della chiesa. Al di sopra di esse, sono presenti dieci bifore, che in passato permettevano alle francescane dell’annesso convento (ormai soppresso) di assistere alle funzioni religiose.
La chiesa di San Matteo è anch’essa compresa nel biglietto cumulativo di LeccEcclesiae (9€), ma è altresì possibile acquistare il biglietto singolo al costo di 3€.
Le Porte Cittadine
Tra i monumenti puntualmente menzionati nelle guide su cosa vedere a Lecce, figurano anche le sue antiche porte.
Le quattro porte di Lecce furono fatte edificare lungo le mura della città da Carlo V, nel corso del XVI secolo. Come anche il castello, esse facevano parte di un ampio progetto volto al rinforzo della strutture difensive cittadine. Ad oggi ne sono sopravvissute soltanto tre (in arancione nella mappa sopra): quella di San Martino, infatti, andò distrutta nell’Ottocento e non fu mai ricostruita.
La Porta San Biagio, alta circa 17 metri, è posizionata a sud del centro storico. La struttura che vediamo oggi fu realizzata nella seconda metà del Settecento, a seguito del crollo di quella originaria. Sulla facciata del monumento è riportato lo stemma di Re Ferdinando IV di Napoli e, sulla sua sommità, svetta la statua di San Biagio.
Il portale situato ad Ovest del centro storico, a conclusione di via Libertini, è invece Porta Rudiae, dal nome della località (oggi scomparsa) verso la quale era rivolta. Sulla cima del monumento sono collocate le statue dei santi patroni di Lecce: Sant’Oronzo, Sant’Irene e San Domenico, a sorvegliare l’ingresso della città. Anche per quanto riguarda Porta Rudiae, la struttura attuale è frutto di una ricostruzione avvenuta nel Settecento.

L’ultima delle tre porte di Lecce oggi esistenti è Porta Napoli. In questo caso, l’originaria costruzione cinquecentesca è giunta fino ai giorni nostri ed i recenti restauri l’hanno riportata al suo autentico splendore. In virtù della sua fastosità, questa porta viene anche definita Arco di Trionfo, e la piazza sulla quale sorge porta lo stesso nome.
Porta Napoli si trova al margine settentrionale del centro storico. Al tempo della sua costruzione, si affacciava sulla strada che conduceva alla capitale del regno, Napoli appunto, il che ne spiega il nome.
Cosa Mangiare a Lecce
La mia esperienza a Lecce è stata, ahimè, troppo breve per permettermi di esplorare in modo approfondito anche le specialità culinarie del posto.
Mi sono tolto lo sfizio di provare la famosa puccia, il tradizionale rustico del quale avevo tanto sentito parlare. Si tratta di una sorta di panino piatto e privo di mollica al proprio interno, che può essere associato ad un’ampia varietà di farciture.
All’interno dei locali specializzati nella preparazione della puccia (le puccerie) vi ritroverete dinnanzi ad un bancone in stile kebabbaro, dal quale potrete selezionare gli ingredienti che più vi ispirano.
Aspetterò il mio prossimo viaggio a Lecce per provare le tante altre ricette locali. Mi incuriosiscono non poco la versione salentina della pasta coi ceci, “Ciceri e tria“, ed i Turcinieddhi (interiora di agnello), perfettamente coerenti con la mia passione per le frattaglie.
Nel frattempo, vi rimando a questo sito per sapere di più sulla tradizione gastronomica del posto ed a questo articolo dell’amica Sabrina per conoscere i migliori locali nei quali mangiare a Lecce.
Come Arrivare
Adesso che abbiamo tanto parlato di cosa vedere a Lecce, a conclusione di questo articolo, scopriamo anche come raggiungere il capoluogo salentino.
Che viaggiate in auto o coi mezzi pubblici, arrivare a Lecce si rivelerà abbastanza semplice un po’ da qualsiasi area del nostro Paese.
In Auto
Per raggiungere Lecce in auto da Bari dovrete mettere in conto poco più di un’ora e mezza. Il percorso migliore, indicato nella mappa sotto, è quello che prevede di percorrere la SS16 fino a Brindisi e poi di proseguire sulla SS613.
Sulle lunghe distanze, come ho spiegato meglio in questo articolo, Bari è a sua volta raggiungibile attraverso l’autostrada A14 (Adriatica) da Bologna e l’autostrada A16 (dei Due Mari) da Napoli.
Se provenite da Sud, per arrivare a Lecce in auto, dovrete innanzitutto raggiungere la località calabrese di Sibari (anche dalla A2, tramite raccordo).
Da Sibari si prosegue lungo la Statale Jonica (SS106) fino a Taranto, dove si imbocca la SS7 e la si percorre per intero fino a Brindisi. Infine, si raggiunge Lecce attraverso la SS613.
Coi Mezzi Pubblici
L’aeroporto più vicino alla città è quello di Brindisi. La società Marozzi offre collegamenti diretti, seppure non molto frequenti, fra questo scalo ed il centro di Lecce. Controllate sul loro sito se sono previste corse ad orari compatibili con i vostri.
Se così non fosse, potrete comunque arrivare a Lecce coi mezzi pubblici cambiando nel centro città. Servirvi innanzitutto della navetta per la stazione ferroviaria gestita dalla società STP (qui gli orari). La frequenza dei bus è abbastanza elevata ed il tempo di percorrenza medio si aggira intorno ai venti minuti.
Dalla stazione di Brindisi potete poi proseguire con treni diretti, anch’essi piuttosto frequenti e che richiedono circa mezz’ora.
Anche l’aeroporto di Bari è sufficientemente vicino da rappresentare una buona opzione per arrivare a Lecce in aereo. Una volta atterrati, dovrete innanzitutto raggiungere la stazione centrale servendovi della Ferrotramviaria e poi da lì proseguire con un treno regionale. Per informazioni dettagliate leggete questo mio recente articolo.
Se volete arrivare a Lecce in treno, potrete contare su un buon numero di collegamenti con molte città della Puglia e non solo. Come accennato, esistono corse dirette con Bari, Brindisi e diversi altri capoluoghi pugliesi.
A queste si aggiungono diversi treni a lunga percorrenza, fra Intercity e Frecce, provenienti da Roma, Milano, Bologna, Torino e Venezia. Potete controllare gli orari sul sito di Trenitalia.
Anche chi ama viaggiare in pullman non troverà grosse difficoltà a raggiungere Lecce. Le due principali compagnie che servono la città sono Flixbus e Marinobus, che con il loro ampissimo network offrono collegamenti diretti con tantissime città italiane.