In questo articolo vi darò qualche consiglio su cosa vedere ad Alberobello, descrivendo i luoghi di interesse più famosi della cosiddetta capitale dei trulli.
Sono certo che se vi trovate in viaggio in Puglia non vogliate perdervi questa vivace cittadina, una fra le principali attrazioni della regione e, probabilmente, dell’intero sud Italia.
Dopo aver passato in rassegna le principali cose da vedere ad Alberobello, vi darò anche alcune informazioni pratiche su come arrivare e su come organizzare la vostra visita, raccontandovi, per finire, qualche curiosità sui caratteristici trulli.
Aberobello Cosa Vedere:
Qui sotto trovate una mappa di Alberobello, nella quale ho indicato la posizione di tutte le attrazioni cittadine menzionate nell’articolo, come anche quella delle principali località vicine.
Rione Monti di Alberobello
Rione Monti è la zona che si estende a sud di Largo Martellotta, corso principale del centro storico. Dei due quartieri che compongono Alberobello (l’altro è l’Aia Piccola), questo è quello con il maggior numero di trulli, nonché il più frequentato dai turisti.
Rione Monti è attraversato da una serie di strade e scalinate parallele l’una all’altra, che si diramano da Largo Martellotta e che portano il nome di un monte (Monte S. Michele, Monte Sabotino, Monte Pasubio, e così via…). Un dedalo di vicoli stretti collega le vie principali, facendosi strada fra gli eleganti, bianchissimi, trulli.
Praticamente tutti i trulli presenti in questa zona ospitano un’attività commerciale, perlopiù negozietti che propongono i soliti gadget di dubbio valore (calamite, cappelli cartoline…). Non mancano comunque interessanti botteghe artigianali, all’interno delle quali potrete acquistare dei prodotti fatti a mano, magari sotto i vostri stessi occhi, da un artista locale. Io ad esempio ho comprato un piccolo trullo in miniatura, come souvenir, realizzato da un ragazzo del posto.
Molti dei trulli adibiti a negozio dispongono di un giardino interno o di una terrazza panoramica, che gli astuti commercianti hanno imparato a sfruttare per attrarre turisti. All’ingresso di molte attività troverete infatti un cartello che vi invita a visitarne gratuitamente l’interno. È chiaro che poi, una volta dentro, vi sentirete in dovere di fare qualche futile acquisto.
Al civico 40 di via Monte Nero, a due passi dal Trullo Siamese del quale parlerò tra un attimo, è anche possibile visitare un trullo abitato (gratuitamente, con eventuale offerta libera). Non si tratta di un caso unico: come spiegherò più avanti molte sono le abitazioni rese visitabili dai proprietari, soprattutto nel rione Aia Piccola. Esistono poi interi musei che mostrano l’interno dei trulli come appariva in epoche passate, spesso con arredi originali.
Trullo Siamese
Il cosiddetto Trullo Siamese (o al plurale, Trulli Siamesi) è una fra le cose da vedere ad Alberobello più spesso menzionate nelle guide.
Questo singolare edificio sorge nel cuore del Rione Monti, fra via Monte Pasubio e via Montenero (torna alla mappa). Si tratta sostanzialmente di due trulli uniti sotto un unico tetto, con le rispettive cupole fuse insieme appena al disotto dei pinnacoli. Sembra che originariamente la struttura consistesse in un unico trullo, simile ai tanti altri che popolano Alberobello.
Proprio la sua suddivisione è oggetto di un curioso racconto, molto conosciuto nella zona. Si narra infatti che il trullo sia stato fatto costruire da un padre per i propri due figli. I giovani erano però infatuati della stessa donna, promessa sposa del primogenito ma follemente innamorata del secondo.
L’improbabile trio tentò di convivere all’interno del trullo, ma ben presto la gelosia ebbe il sopravvento, ed il fratello maggiore cacciò di casa la coppia abusiva. Il secondogenito, dal canto suo, rivendicava la proprietà del trullo come propria legittima eredità e non voleva saperne di sloggiare. Fu così che l’edificio venne spartito e dotato di due ingressi separati, che danno peraltro su due strade diverse.
Il Trullo Siamese ospita oggi uno dei tanti negozietti di souvenir e in quanto tale è accessibile gratuitamente al pubblico. Sebbene la data incisa sulle sue pareti, che ne collocherebbe la costruzione al 1400, non sia considerata attendibile dagli esperti, si tratta comunque di uno dei trulli più antichi di Alberobello.
La Chiesa Trullo di Sant’Antonio
La Chiesa Trullo, dedicata a Sant’Antonio da Padova, si trova nella parte più alta del Rione Monti, ai margini del centro storico.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la chiesa non è particolarmente antica: fu innalzata nel giro di pochi mesi e consacrata nel 1927. La sua costruzione, voluta dal sacerdote Don Antonio Lippolis, fu finanziata dagli abitanti stessi di Alberobello ed affidata ai mastri trullari locali.
Dato che già dal 1910 vigeva il divieto di costruire nuove strutture dalle forme moderne nel Rione Monti, si scelse di adottare il particolare stile architettonico a trullo, in perfetta armonia con gli altri edifici del quartiere.
La cupola, che si rifà appunto a quella caratteristica dei trulli, ha un’altezza di 21 metri, mentre l’adiacente campanile raggiunge i 18. L’interno, liberamente visitabile, custodisce alcune opere realizzate contestualmente all’edificazione della chiesa, a cavallo fra gli anni ’20 e ’30 del Novecento.
Proprio difronte la chiesa si apre un grazioso giardino pubblico presso il quale potrete fare una sosta, organizzare un picnic o semplicemente trovare riparo dal sole nelle torride giornate estive.
Rione “Aia Piccola”: il Quartiere Autentico di Alberobello
In decisa contrapposizione con il quartiere Monti, nel Rione Aia Piccola non verete nessun negozio di souvenir né alcuna bottega. Tutti i suoi 400 trulli, perfettamente conservati, sono adibiti a semplici abitazioni o, tutt’al più, vengono affittati ai turisti come casa vacanze o bed and breakfast.
Le attività commerciali sono invece bandite, credo per disposizioni comunali o della stessa Unesco, al fine di preservare l’autenticità del borgo, quantomeno in questa zona. Come conseguenza, il rione Aia Piccola è molto più tranquillo e solo pochi visitatori si inoltrano fra le sue stradine; il contrasto con la parte turistica di Alberobello è evidentissimo.
Il quartiere è situato a nord di Rione Monti, dal quale è separato da Largo Martellotta, ed è adiacente alla parte moderna della cittadina. L’Aia Piccola è composta da una manciata di viuzze, dalle quali in alcuni punti, si apre una bella vista sui trulli del Rione Monti.
Alcuni residenti lasciano aperte le porte dei propri trulli ed invitano i visitatori incuriositi a visitarne l’interno, in cambio di una piccola offerta. Anche in questo caso ho approfittato della gentilezza dei locali per dare un’occhiata, sebbene resti dell’idea che la straordinarietà architettonica di queste strutture sia più evidente osservandoli dall’esterno.
D’altronde è chiaro come gli ambienti interni dei trulli, magari vecchi di secoli, siano stati profondamente modificati nel loro aspetto originario, per adeguarsi alle esigenze della modernità.
Belvedere di Alberobello (Villa Comunale)
Da una delle stradine in salita (via Brigata Regina) che da largo Martellotta conducono nel rione Aia Piccola, oltrepassando un cancelletto di ferro, si accede alle ultime propaggini della villa comunale di Alberobello.
Si tratta di un giardino disposto su più livelli che separa i due rioni del centro storico e che costituisce uno dei belvedere cittadini. Da questo terrazzo potrete avere una visione d’insieme del rione Monti, col suo susseguirsi di scalinate, cupole e pinnacoli.
A conti fatti credo sia il miglior punto per fare foto ad Alberobello, quantomeno fra quelli aperti al pubblico, sebbene anche qui (come al belvedere Santa Lucia che descriverò fra un attimo) la vista non sia completamente libera da ostacoli. All’interno del giardino troverete anche un punto di ristoro con tavoli all’aperto (bar “Villa Belvedere“), nel caso fosse arrivato il momento di concedervi una sosta.
Belvedere e Santuario di Santa Lucia
A breve distanza dalla Villa Comunale, sorge un altro punto panoramico, il più famoso di Alberobello, noto come Belvedere Santa Lucia.
Si tratta della terrazza posta ai piedi dell’omonima chiesa, lungo il confine tra la città nuova ed il centro storico (torna alla mappa di Alberobello).
Nei momenti di maggiore affollamento (al tramonto) dovrete attendere pazientemente il vostro turno per scattare l’immancabile selfie o foto panoramica da postare su Instagram. A proposito di fotografie: vi consiglio di portare con voi un buon teleobiettivo (quello che io ho lasciato a casa) e cercare di isolare uno scorcio anziché riprendere la visione d’insieme, penalizzata purtroppo dal terrazzo in primo piano.
Se arriverete con i mezzi pubblici, questa veduta dall’alto sarà probabilmente il vostro primo approccio con la capitale dei trulli. Dalla terrazza parte una scalinata (anch’essa molto fotografata) decorata con cuori e versi di una poesia che conduce presso il largo Martellotta, cuore pulsante di Alberobello.
Casa Pezzolla (Museo del Territorio)
Un’altra delle più interessanti cose da vedere ad Alberobello è Casa Pezzolla, oggi sede del Museo del Territorio.
L’edificio incuriosisce innanzitutto dal punto di vista architettonico: una struttura composta da quindici trulli uniti fra loro a formare una sola unità. Dentro il museo sono state allestite diverse sale che spiegano tutto ciò che c’è da sapere sulla storia dei trulli, sulla loro costruzione e su come in epoche passate si svolgesse la vita al loro interno.
Casa Pezzolla si affaccia sulla centralissima piazza XVII Maggio, fra la città nuova e l’Aia Piccola, a pochi passi dal Belvedere Santa Lucia del quale vi ho parlato prima. Il prezzo del biglietto è di 4€, mentre l’ingresso è gratuito per i bambini fino a 10 anni. All’entrata vi sarà fornita un’utile audioguida, complementare alla visita, che vi accompagnerà durante il percorso.
Il Trullo Sovrano
In posizione un po’ defilata rispetto al centro storico (vedi sulla mappa), sorge il cosiddetto Trullo Sovrano, un’altra delle migliori cose da vedere ad Alberobello.
Ciò che rende unica questa struttura, alta 14 metri, è la circostanza di essere l’unico trullo a due piani dell’intera cittadina. Inoltre, fu uno dei primi trulli (forse il primo in assoluto) ad essere realizzato con l’ausilio della malta e non completamente a secco, come prevede invece la tecnica tradizionale.
La sua costruzione, eseguita a più riprese, copre un arco temporale molto lungo, dall’inizio del ‘600 alla seconda metà del ‘700. Il proprietario più famoso del Trullo Sovrano fu il sacerdote Cataldo Perta, al quale si deve in buona parte l’attuale estetica dell’edificio. Per questo motivo, la struttura era conosciuta un tempo anche col nome di corte Papa Cataldo.
Oltre che quella di abitazione privata, il Trullo Sovrano ricoprì in passato diverse funzioni: fu adibito ad oratorio e poi a cappella, ed al principio dell’800 ospitò anche le reliquie dei patroni di Alberobello, i santi Medici Cosma e Damiano. Oggi, il complesso costituisce uno dei più importanti musei di Alberobello ed al suo interno sono conservati gli antichi arredi originali.
Il biglietto di ingresso (dal costo di 2€), dà accesso ai diversi locali che compongono l’inusuale complesso, sia al pian terreno che al piano superiore, nonché al grazioso giardino. Per saperne di più, vi rimando comunque al sito ufficiale del museo.
Chiesa Madre di Alberobello
La chiesa madre di Alberobello non è uno dei luoghi più pubblicizzati della cittadina e quasi si resta sorpresi della sua bellezza, trovandosela di fronte.
Mi ci sono imbattuto, praticamente per caso, mentre andavo alla ricerca del Trullo Sovrano (situato a brevissima distanza), altrimenti è probabile che avrei lasciato Alberobello senza visitarla. La Basilica Santuario dei Santi Cosma e Damiano non è molto antica: sembra sia stata originariamente costruita nel ‘600, ma le sue attuali fattezze sono frutto di un rifacimento ottocentesco.
Di grande interesse è la facciata neoclassica dalla quale si elevano le due imponenti torri campanarie. Da notare, ai lati del timpano (sul secondo livello dei campanili) la presenza di un orologio a destra e di una meridiana a sinistra.
Storia e Curiosità sui Trulli di Alberobello
La peculiarità di Alberobello sono dunque i trulli, presenti un po’ in tutta la Puglia centro-meridionale ma che proprio qui raggiungono un’altissima concentrazione. Vi siete mai chiesti quali siano le origini di queste curiose costruzioni e perché proprio qui se ne trovino così tanti?
I trulli sono considerati un’evoluzione delle costruzioni a tholos, risalenti addirittura alla preistoria ed allora utilizzate soprattutto per la sepoltura dei defunti. Nel mondo antico, queste strutture circolari coperte da una cupola erano molto diffuse nell’area mediterranea, inclusa l’attuale Italia Meridionale.
I trulli propriamente detti, in epoche storiche, erano invece adibiti originariamente a deposito per utensili agricoli o ricovero temporaneo dei contadini, nelle campagne. Solo in un secondo momento le tecniche costruttive furono perfezionate e permisero la realizzazione di diversi vani interni, così come il collegamento di più strutture contigue.
Se vi interessa in particolare la storia dei trulli, trovate molte informazioni interessanti in questa pagina di Wikipedia. Noi torniamo piuttosto ad occuparci, nello specifico, di Alberobello.
Nel XV secolo, il territorio sul quale sorge oggi la cittadina era parte del Regno di Napoli, benché un controllo più diretto fosse esercitato dai signori locali. Nella fattispecie, il feudo era governato dalla famiglia Acquaviva d’Aragona.
Nel 1466, il governo centrale promulgò la cosiddetta Pragmatica de Baronibus che, fra le altre prescrizioni, prevedeva il pagamento di una tassa per ogni nuovo insediamento si fosse venuto a creare sul suo immenso territorio.
In quegli anni, era in corso la bonifica della zona di Alberobello, allora disabitata e ricoperta da una selva, con l’intento di creare proprio un nuovo nucleo urbano. Cosa fare per aggirare il pesante tributo?
I feudatari ebbero l’astuzia di far costruire le nuove abitazioni a secco, senza l’utilizzo di malta o di qualsiasi altro conglomerato. In questo modo, si voleva conferire loro un carattere di provvisorietà ed escluderle quindi dall’applicazione della legge. In particolare, si scelse il trullo come modello, dato che i contadini avevano già familiarità con la costruzione di strutture simili.
Insomma, all’origine dei trulli di Alberobello c’è una furbata, molto italiana, verrebbe da dire, ma è proprio grazie a questo stratagemma che la Puglia può vantare oggi un luogo così straordinario, che attira visitatori da ogni angolo del pianeta.
La valorizzazione dei trulli iniziò molto precocemente, rispetto ad altre ricchezze architettoniche e culturali del nostro Paese (a lungo trascurate, anche nel recente passato). Già nel 1910, un decreto del Re elevò il centro storico di Alberobello a Monumento Nazionale e la loro perfetta conservazione si deve in parte anche a questa misura.
Nel 1996 è arrivata poi la consacrazione da parte dell’Unesco: i trulli presenti nella cittadina sono stati fra i primi siti del Mezzogiorno d’Italia ad essere inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.
Come Arrivare, Quando Andare ed Informazioni Utili
Per visitare Alberobello adeguatamente è sufficiente giusto qualche ora. Io mi sono intrattenuto dalla tarda mattinata fino a sera e non mi sembra di aver tralasciato nulla di significativo.
D’altronde, le cose da vedere da vedere ad Alberobello (nemmeno molte, in fin dei conti) sono tutte concentrate in un raggio di qualche centinaio di metri e non richiedono in nessun caso troppo tempo per essere approfondite.
Organizzandosi bene e partendo di buon’ora sarebbe probabilmente possibile associare la visita ad Alberobello con quella ad un’altra località nei dintorni. Avevo preso in considerazione questa opzione inizialmente, ed in particolare ero orientato verso Ostuni, ma ho desistito per carenza di mezzi pubblici utili compatibili con i miei orari.
Potete facilmente raggiungere Alberobello sia in auto che servendovi del trasporto pubblico.
In quest’ultimo caso, partendo da Bari, dovrete usufruire dei collegamenti proposti dalle Ferrovie del Sud Est (vedi orari).
Benché Alberobello disponga di una stazione ferroviaria, la maggior parte delle corse vengono effettuate per mezzo di autobus sostitutivi, gestiti dalla stessa azienda.
In un articolo separato, che vi invito a leggere se avete dubbi in merito, ho spiegato per filo e per segno come arrivare ad Alberobello con qualsiasi mezzo di trasporto, partendo da Bari, da altre località della Puglia e da diverse città italiane.